VENERDI' SANTO - Rito de "S' Iscravamentu" (Il discendimento dalla croce)

Il giorno del Venerdì Santo al pomeriggio, si prepara la lettiga con i fiori e le candeline che dovranno essere accese al rientro del corteo.
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Si esegue l'arrotolamento particolare delle fasce, si prepara il vassoio con i martelli e le pinze, si puliscono le scale per il discendimento dalla croce  (S' Iscravamentu) constatandone la stabilità, mentre le Prioresse collaborano alla vestizione, preparando le fasce colorate che distinguono i quattro confratelli incaricati de "S' Iscravamentu".
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Subito dopo terminata l'azione liturgica, svoltasi nella chiesa parrocchiale di S. Pietro, il sacerdote si reca alla chiesa "de Cunventu" per dare il via al corteo processionale con la lettiga, attorniata da quattro confratelli, uno per ogni lato, che portano i lampioni spenti, e tutti gli oggetti sopra descritti.
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Anche in questa fase della processione il coro de "su Cuncordu 'e su Rosariu", canta i versetti del "Miserere" nelle tappe stabilite.
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Al momento dell'ingresso della lettiga nella chiesa Parrocchiale il coro intona la strofa della Novena cantata la sera prima, come a sancire una sorta di continuità nei due giorni di passione: "A pes de s'agonizzante".
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Durante il racconto della passione esposto dal predicatore, "su Cuncordu" esegue un altro canto:

Cuntemplemus sos dolores
de sa tua soledade
o mama de piedade perdona su peccadore.

All'atto della morte in croce il canto cambia in questa strofa di novena:

Isconsolada e dolente
cun graves affannos mirat
s'unigenitu chi ispirat
pro ingrata barbara zente.

Dopo che il Cristo morto viene deposto e si presenta alla Madonna il canto è il seguente: «

Gesu meu già defuntu
in sos brazzos de Maria
chelu e terra tottu juntu
bos piangan summa allegria.

Dopo di questo il simulacro viene portato in mezzo alla folla ed il coro esegue un'altra strofa della Novena: 

De lagrimas largu mare
verset ogni peccadore
pianghinne su Salbadore
chi lu porten all'interrare.

A questo punto la confraternita di Santa Croce inizia il corteo processionale con la croce; i confratelli del Rosario prendono in consegna le scale, e tutti gli oggetti che abbiamo elencato in precedenza con l'aggiunta anche dei chiodi, la lettiga con il Cristo morto, e i lampioni ai quattro lati, ora accesi. 
Seguono i sacerdoti appresso alla lettiga, e subito dopo il coro de "su Cuncordu 'e su Rosariu", che attraverso un tragitto più lungo del giorno precedente nelle viuzze del bellissimo centro storico cantano i versetti del "Miserere" nei punti stabiliti.


Appresso segue la portantina col simulacro della Vergine, recato dalla Confraternita della Madonna Addolorata, mentre il giorno precedente era affidato alla Confraternita del Carmine, che chiude definitivamente la processione davanti alla folla. Rientrati nella chiesa "de Cunventu" la lettiga viene adagiata su una piattaforma in modo che la gente possa baciare i piedi del Crist, e accarezzare con la mano l'abito della Madonna sistemata a poca distanza. 
Subito dopo, in sacrestia, gli appassionati della tradizione possono cimentarsi nei canti, formando tanti "cuncordos" che, mischiati ai cantori ufficiali, proseguono le melodie fino a notte inoltrata, tenendo conto che fino alla mezzanotte il canto ufficiale è il sacro, per poter poi inserire, volendo, anche qualche esecuzione profana.


- Testo tratto dal sito del Comune di Santu Lussurgiu
- Foto tratta dal sito Hymnus.