CANTI DI PASSIONE - Su Cuncordu e' Sette Dolores

Cantare "a cuncordu". Letteralmente, l'aggettivo cuncordu (cuncordiu) in sardo vuol dire innanzi tutto concorde, unanime, ossia lo stare in concordia. Cantu a cuncordu, in prima istanza, indica un cantare in accordo in senso non tecnico musicale, cioè in armonia tra le persone.
Battoro pessones chi cantan paris a boghe differente: (fattu de sa 'oghe, su contraltu, sa contra, su bassu).
Il termine cuncordu rinvia quindi al carattere emblematico del cantare a più parti vocali dell'oralità: l'accordo nell'operare dei cantori corrispondente alla reciproca concordia d'affetti e d'intenti.
«Se non si va daccordo (se non si è in armonia reciproca) non si può cantare assieme»: è questo uno degli assiomi fondamentali del cantare a quattro accordi in Sardegna, un principio consapevolmente espresso dagli stessi protagonisti e su cui si ragiona in vari studi musicologici. 
Su Cuncordu e Sette Dolores di Santu Lussurgiu: Costantino Spanu, bassu; Gianni Casula, contra; Gerolamo Schirra, oghe; Paolo Pili contraltu.
La confraternita dell'Addolorata (sa cunfraria e sette dolores), eretta il 18 dicembre 1735 con sede in una cappella all'interno della Chiesa parrocchiale di San Pietro ha avuto una rinascita recente (la cerimonia ufficiale di rinascita data 15 settembre 1997) grazie ad un gruppo di giovani. Incaricata di svolgere vari eventi rituali nella settimana antecedente alla Settimana Santa, alla confraternita dellAddolorata fa riferimento un cuncordu interconfraternale costituito da cantori che appartengono a tre confraternite (Costantino è confratello del Carmine; Gianni e Gerolamo sono confratelli dell'Addolorata, mentre Paolo, fa parte della Arciconfraternita di Santa Croce).
Su Cuncordu durante il Settenario esegue ogni sera, tres Novenas, e nella Via Crucis il Miserere.
Il venerdi prima della Domenica delle Palme esegue la Messa con i canti dell'Ordinarium Missae. Oltre all'attività nel nostro paese, Su Cuncordu e Sette Dolores svolge una attività concertistica, proponendo il proprio repertorio sacro e profano, di tradizione orale Lussurgese in teatri e cattedrali.

- Testo a cura di Bruno Lombardi.